a cura di Beatrice Audrito

Durata
24 aprile - 29 maggio 2021

Altre mostre

La galleria Peola Simondi è lieta di presentare Scenari emotivi, la seconda mostra personale di Paolo Bini (Battipaglia, 1984), a cura di Beatrice Audrito. 

In mostra una decina di opere inedite, frutto della sua ultima fase di ricerca, realizzate appositamente per gli spazi della galleria torinese, dove Bini affronta la tematica del paesaggio approfondendo la riflessione sulle sue modalità di rappresentazione contemporanea. Ampliando l'orizzonte narrativo della sua ricerca, l'artista si rivolge al paesaggio con uno sguardo nuovo: il paesaggio quale luogo fisico ma anche luogo interiore, più intimo e recondito, con il quale stabilire connessioni profonde. 

Scenari emotivi si configura dunque come un dialogo aperto tra due tipologie di lavoro apparentemente lontane ma intimamente legate: i cosiddetti “nastri” –opere di matrice più astratta con le quali Bini ha delineato in questi anni il suo peculiare linguaggio– dove, servendosi del nastro carta, l'artista frammenta e deframmenta l'immagine che poi riemerge tra le righe orizzontali o verticali del quadro rievocando il paesaggio osservato, in una sintesi di derivazione digitale capace di restituirne la sensazione emozionale; e i “cieli”, vibranti superfici cromatiche dai colori intensi, visioni primordiali e senza tempo che offrono a chi osserva una visione totalizzante del colore, uno spazio in cui immergersi per ritrovarsi. Esposte per la prima volta nella galleria torinese, i “cieli” sono l'esito di una pittura più libera e immediata che affianca la produzione dei “nastri” sin dal 2015, quale occasione di riflessione e matrice per esperienze più ampie. La nuova personale fa il punto sulla ricerca attuale di Bini, che dimostra ancora una volta l'urgenza di esplorare tutte le possibilità della pittura per rinnovare costantemente il suo linguaggio espressivo, rimettendo in discussione materiali e processi tramite un'indagine acuta e puntuale sugli elementi primi della pittura, la luce e il colore, che trova qui una sintesi nuova, nel segno dell'emotività. Opere aperte, paesaggi e scenari emotivi, luoghi del sé capaci di aprire nuovi spazi e finestre sul mondo che dialogheranno con un grande wall painting realizzato dall'artista su una parete della galleria, quale occasione di lavorare in situ per misurarsi con lo spazio architettonico e ricreare preziose assonanze cromatiche.

La mostra segna una tappa importante del percorso artistico di Paolo Bini che torna a esporre alla galleria Peola Simondi –con la quale collabora dal 2017– dopo anni di importanti mostre pubbliche e riconoscimenti internazionali come la vincita del XVII Premio Cairo (2016) e, nello stesso anno, la mostra personale Left Behind alla Reggia di Caserta, seguita da Mediterraneo rosso e oro al Museo Riso di Palermo (2018), l'entrata nelle Collezioni Intesa Sanpaolo a seguito della mostra Paolo Bini. Spazi immensi (2019) e infine, la recente vincita del concorso Un triclinio per Nettuno, per la realizzazione di un’opera permanente destinata al Parco Archeologico di Paestum. 

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PAOLO BINI (Battipaglia, 1984)
Si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Le sue opere sono state presentate in istituzioni nazionali e internazionali, tra le quali CaMusAC Cassino (2020), ISCP New York (2019), Gallerie d’Italia Milano (2019), Museo Riso Palermo (2018), Museo MADRE Napoli (2017), Reggia di Caserta (2016), Palazzo Reale Milano (2016), Casa Ariosto Ferrara (2014), Provenance House Cape Town (2013), Museo de Arte Religioso Iglesia de San Francisco de Asís Avana (2010), Palazzo Bianco Genova (2010). Nel 2016 ha vinto la XVII edizione del Premio Cairo. Nel 2019 è entrato a far parte delle Collezioni di Intesa Sanpaolo che gli dedicano la personale Paolo Bini. Spazi immensi, alla Fiera Internazionale Miart. Scenari emotivi è la sua seconda  personale alla Galleria Peola Simondi di Torino, dopo La pittura, giorno dopo giorno, a cura di Luca Beatrice (2018). Nella primavera del 2021 una sua opera entrerà a far parte della collezione d’arte contemporanea del Parco Archeologico di Paestum.

Comunicato Stampa